Dentro la sfida da un milione di dollari che sta “resuscitando” la più antica biblioteca dell’Occidente
Un lampo rosso nel buio
Immagina un rotolo di papiro ridotto a un cilindro di carbone. Un laser lo attraversa e sul monitor, tra milioni di voxel, compare la parola διατροπή – «disgusto». È la prima voce tornata alla luce dopo venti secoli grazie alla Vesuvius Challenge, la gara open‑source che premia chi riesce a leggere l’inchiostro nascosto nei papiri di Ercolano.

Che cos’è davvero la Vesuvius Challenge?
Nata nell’estate 2023 dall’incontro fra il professore di ingegneria digitale Brent Seales, padre della tomografia applicata ai manoscritti, e i venture‑builder della Silicon Valley Nat Friedman e Daniel Gross, la Vesuvius Challenge è un esperimento di scienza partecipata. Il trio ha deciso di trasformare una ricerca di nicchia in un’avventura collettiva, pubblicando online le scansioni 3D di quattro rotoli integri e promettendo un montepremi complessivo di un milione di dollari. Il denaro non è il fine ma il catalizzatore: serve a convincere sviluppatori, data‑scientist e semplici curiosi a mettere in campo creatività e potenza di calcolo per addestrare reti neurali capaci di distinguere la fibra carbonizzata dall’inchiostro invisibile.
Nella primavera 2024 i primi risultati hanno mostrato che la scommessa funziona: tre studenti sono riusciti a restituire quindici colonne di testo epicureo, come raccontato da The Verge, e a vincere 700 mila dollari. Il nuovo traguardo – recuperare almeno il 90 percento del contenuto dei rotoli – sembra ora più vicino, sospinto dall’energia di una comunità distribuita che lavora 24 ore su 24.
La tecnologia che svela l’invisibile
Tutto inizia con la Tomografia a Contrasto di Fase ai raggi X: un fascio estremamente coerente attraversa il rotolo e registra, micron dopo micron, minime variazioni di densità, consegnandoci una TAC tridimensionale del papiro. Su quel volume digitale interviene la cartografia volumetrica, un algoritmo che sfoglia virtualmente le spire e le distende in sequenze bidimensionali, come se pelassimo una cipolla. Una volta appianata la superficie, entra in scena l’Ink‑Detector, rete neurale addestrata a riconoscere il micro‑crepitio dell’inchiostro carbonioso. Ogni lettera individuata confluisce in un ciclo di crowd‑learning: centinaia di volontari raffinano i modelli, e la pergamena fantasma si riempie di frasi vive. Gli aspetti algoritmici sono illustrati nel paper open‑access «From Voxels to Verses»
«Musica, pane, formaggio»: i primi frammenti
La parte già decifrata – circa cinque per cento di un singolo rotolo – racconta i piaceri della vita con il lessico sereno di un epicureo: l’armonia di un flauto, il profumo del pane di grano, la morbidezza del formaggio stagionato. Fra le righe prende forma l’idea che la gioia non nasca tanto dalla rarità delle cose quanto dalla consapevolezza di ciò che basta. Il testo è consultabile nella trascrizione su GitHub.
La scarsità non accresce sempre il piacere, ma la conoscenza di ciò che basta. — PHerc. Paris 4, col. 4
Misteri ancora sepolti
Sotto il pavimento della Villa dei Papiri si estende quella che gli archeologi chiamano «biblioteca invisibile»: corridoi forse colmi di rotoli, magari milleottocento volumi rimasti integri sotto il fango vulcanico. Un tour tridimensionale della villa è disponibile su Sketchfab, mentre le nuove indagini radar condotte dall’Università di Oxford e dal Diamond Light Source mirano a individuare la posizione di altri rotoli ancora sepolti.
Guarda, ascolta, esplora
Per vivere l’impresa in prima persona puoi iniziare con il video «AI Decodes 2,000‑Year‑Old Scroll». Se preferisci l’interattività, scarica il viewer 3D ufficiale e potrai esplorare le spire del rotolo PHerc Paris 4 come un viaggiatore che percorre i corridoi di una cattedrale di grafite.
Perché tutto questo conta
La collaborazione fra fisici, informatici e filologi sta restituendo all’umanità interi capitoli della propria memoria collettiva, dimostrando che la scienza contemporanea può dialogare con il passato senza violarlo. Le tecniche sperimentate sui papiri potrebbero presto restituire voce a tavolette cuneiformi immerse nel bitume, codici medievali anneriti dagli incendi e mappe antiche incollate a supporti lignei.
Partecipa alla caccia
Se queste pagine ti hanno acceso la curiosità, entra nel Discord ufficiale, scarica uno dei pacchetti di dati e prova a cercare un frammento d’inchiostro. Non servono lauree specifiche: bastano pazienza, un po’ di Python e voglia di far parte di una storia che si scrive lettera dopo lettera. E, mentre setacci il rumore d’immagine alla ricerca di un accento greco, chiediti quale manoscritto vorresti salvare se potessi scegliere: potrebbe essere la tua risposta a guidare i prossimi esploratori del tempo.
Aggiorneremo questo articolo ogni volta che un nuovo frammento emergerà dalle ceneri: la storia, oggi, respira nel silicio e nelle comunità che lo animano.